Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone

Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone

La prima edizione della Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone è stata celebrata l’8 febbraio 2015, per volontà di papa Francesco, che nel 2014, ha incaricato le Unione Internazionali delle Superiore e dei Superiori Generali (UISG/USG) di promuovere tale giornata.

Cari fratelli e sorelle,
oggi, 8 febbraio, memoria liturgica di santa Giuseppina Bakhita, la Suora sudanese che da bambina fece la drammatica esperienza di essere vittima della tratta, le Unioni delle Superiore e dei Superiori Generali degli Istituti religiosi hanno promosso la Giornata di preghiera e riflessione contro la tratta di persone. Incoraggio quanti sono impegnati ad aiutare uomini, donne e bambini schiavizzati, sfruttati, abusati come strumenti di lavoro o di piacere e spesso torturati e mutilati. Auspico che quanti hanno responsabilità di governo si adoperino con decisione a rimuovere le cause di questa vergognosa piaga, una piaga indegna di una società civile. Ognuno di noi si senta impegnato ad essere voce di questi nostri fratelli e sorelle, umiliati nella loro dignità. Preghiamo tutti insieme …
(Papa Francesco: Angelus 8 Febbraio 2015) 


SANTA GIUSEPPINA BAKITA

Nata circa 1869 ad Olgossa, Darfur, Sudan
Morta 8 Febbraio 1947, Italia
Anno della beatificazione 1992 (17 Maggio)
Anno della Canonizzazione 2000 (1 Ottobre)

Data della Festa 8 Febbraio

St. Giuseppina Bakhita, più conosciuta come “mamma Moretta” portò per tutta la sua vita 144 cicatrici, che le avevano fatto dopo essere stata rapita e fatta schiava quando aveva circa nove anni.

L’esperienza traumatica fu tale che si dimenticò il suo nome di nascita e i suoi rapitori le diedero il nome di Bakhita, che significa ‘Fortunata’. Fustigazioni e maltrattamento erano parte della sua quotidianità. Insieme alla schiavitù sperimentò le umiliazioni fisiche e morali. Fu solamente nel 1882 che la sua sofferenza fu alleviata, dopo che fu comprata dal Console Italiano. Questo evento trasformò la sua vita. In questa famiglia e, successivamente in una seconda casa italiana, ricevette dai suoi padroni, gentilezze, rispetto, pace e gioia. Giuseppina venne a scoprire l’amore in modo profondo, nonostante all’inizio non fosse in grado di dire qual’era la fonte.
Un cambiamento della situazione dei suoi padroni, fece in modo che fu affidata alle Suore Canossiane dell’Istituto dei Catecumeni di Venezia. Fu lì che Bakhita venne a conoscere Dio che fin da bambina ‘lei aveva sperimentato nel suo cuore, senza sapere chi fosse’. Fu accolta nella Chiesa Cattolica nel 1890, si uni alle suore e fece la professione perpetua nel 1896. I successivi 50 anni della sua vita li spese testimoniando l’amore di Dio attraverso i servizi di cucina, cucito, ricamo e portineria. Quando lei era in servizio in portineria, metteva la mano sulla testa dei bambini che frequentavano la scuola vicina e li accarezzava. La sua voce era gradita ai più piccoli, di conforto ai poveri e sofferenti. Era una fonte di incoraggiamento. Il suo sorriso costante ha conquistato il cuore delle persone, così come la sua umiltà e semplicità. Con la vecchiaia visse lunghi e dolorosi anni di malattia, ma continuò perseverando nella speranza, scegliendo sempre il bene. Quando la visitavano e le chiedevano come stava, rispondeva: ‘come vuole el Paron’. Durante gli ultimi giorni di vita ha rivissuto il doloroso tempo della sua schiavitù e più volte supplicò: “per favore, rallentatemi le catene, sono pesanti! Circondata dalle suore, morì l’8 febbraio 1947.

tratto dal sito www.:preghieracontrotratta.org