ROMA

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Il Coronavirus uccide anche i sogni. Suor Annunciata condivide la pietà per la sorte di un giovane migrante

“Non so se avete sentito la disgrazia di questo giovane senegalese, Toure Ousmane, che si è tolto la vita a Milano il 1° aprile. Era stato accolto a Catania e dopo un inserimento positivo e capacità lavorative soddisfacenti, maggiorenne, ha accettato un lavoro a Milano. Il resto lo scrivo qui di seguito:
Quanti soccombono ogni giorno con il Corona Virus venuto dall’Oriente, come il sole, causando strage in tutto il mondo, portando con sé persone anziane e giovani, persino bambini di pochi mesi, pur permettendo a dei novantenni di recuperarsi per risvegliarsi al dono della vita.
Purtroppo, però, le vittime di questa pandemia non sono solo quelle che soccombono al virus ma anche alle sue conseguenze inimmaginabili, collaterali.
E’ successo proprio così, mercoledì 1° aprile a Milano, quando un giovane, ben disposto al lavoro e orientato verso la vita, è stato stroncato da una notizia inaspettata.
Si tratta di un ventenne, arrivato dal Senegal circa tre anni fa, accolto e inserito in un nostro Programma di “giovani non accompagnati” dopo un viaggio estenuante, crudele, inumano, con altri migranti, rifugiati. Il Consorzio “Il Nodo” (Consorzio di Cooperative Sociali) di Catania investe molto in lui, gli offre una “borsa lavoro” che Ousmane accoglie con entusiasmo. Fa degli sforzi enormi per imparare la lingua, per inserirsi con i colleghi e presto guadagna la stima e l’amicizia di tutti.
Gli viene offerto un lavoro in un ristorante a Milano. Il proprietario che lo aveva conosciuto, è soddisfatto di lui e presto Ousmane diventa responsabile della cucina. Il suo sogno è quello di poter, un giorno, gestire il proprio ristorante.
Ma arriva il COVID-19. I negozianti, gli imprenditori, stentano a gestire tutti gli affari; i lavoratori, i dipendenti, perdono il lavoro e tra di loro c’è anche Ousmane. Viene chiamato dalla Cassa Integrazione: lavoro non ce n’è più! Il padrone del suo ristorante non aveva calcolato, aprendone più delle sue forze.
Ousmane, ormai, indipendente, non sa dove rivolgersi. L’unica soluzione in quel momento straziante è: finirla con la vita!
In questi giorni, imminenti al Venerdì Santo, il dolce volto di Ousmane , viene identificato con il Sofferente sulla Croce che sanguina fin all’ultima goccia per tutti. A LUI, alla Sua misericordia offriamo Ousmane , la sua famiglia e tanti altri Ousmane che non trovano né appoggio, né un volto di un fratello.